Inizia l'Avvento!

Carissimi amici, pace e bene! Kó èĪ gòdó ndáà kàbέ ndùm (senza la chioccia l’uovo marcisce). Questo è un proverbio in lingua gambai, una delle tante lingue parlate in Ciad, che invita l’uditore a camminare insieme, a mettere a disposizione gli uni gli altri i propri talenti. Condividere i propri talenti, le proprie capacità, le proprie competenze, al fine di arricchire con questi doni particolari l’umanità, il mondo. Un mondo dove nessuno deve sentirsi inutile, ma, al contrario, ognuno è chiamato ad adoperarsi con tutte le forze, per costruire un mondo migliore. Un proverbio, quindi, che ci invita ad abbattere il muro dell’individualismo e camminare, così, nella comunione con gli altri, essere, cioè, consapevolmente partecipe. Solo quando questi doni sono posti a servizio dell’umanità, il mondo diventa quel giardino ricolmo di frutti della coesione e dell’armonia. Operarsi, allora, affinché questo giardino fiorisca ancora per la Gloria di Dio. Nel prossimo tempo forte dell’Avvento, ancora una volta sarà il profeta Isaia ad indirizzarci parole di incoraggiamento, di speranza: “Allora il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva. Nel deserto prenderà dimora il diritto, e la giustizia regnerà nel giardino. Effetto della giustizia sarà la pace, frutto del diritto una perenne sicurezza” (Is 32,15-17). Entrare, quindi, in un progetto di fraternità, una fraternità di figli: tutta la creazione è chiamata ad entrare in questa forma filiale. È una fraternità che ha per base la fede, perché ha come fondamento la preghiera insegnataci da Gesù: Padre nostro … Gesù, attraverso questa preghiera, ci insegna che siamo fratelli perché siamo figli. Questa fraternità ha una dimensione teologale ovvero è basata sulla fede, più decisiva di quella basata sul sangue, perché “chi fa la volontà di Dio è per me fratello, sorella e madre” (Mt 12,50). È, quindi, una fraternità fondata sul Battesimo e sull’Eucaristia, che include tutti. Ѐ lo stesso dono che Dio fece accrescere nel Serafico Padre san Francesco, quando il poverello d’Assisi si spogliò davanti al vescovo a agli assisani dicendo che d’ora in poi chiamava padre solo il Padre nostro che è nei cieli. A partire da quel momento Dio gli fece sperimentare vivamente che Dio è Padre di tutti e che tutti, a partire da questa paternità, sono fratelli e sorelle. Preghiamo, amici carissimi, Dio Padre affinché, ogni uomo, per l’intercessione della Mamma Celeste e del nostro care Padre Pio, possa rispondere con generosità, all’appello della fraternità universale.


Categoria news data: 25-11-2021

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