Cinquant'anni fa iniziava una meravigliosa avventura, quasi una scommessa con il futuro. E oggi possiamo raccontarla senza timore di smentita. In due terre lontane migliaia di chilometri l’una dall’altra, con due culture diverse, dove si parlavano lingue diverse, dove la Chiesa viveva una realtà opposta, un unico desiderio nasceva e spingeva ad un incontro provvidenziale. La Provincia di Sant’Angelo-Foggia, dopo diverse esperienze missionarie vissute nei più svariati Paesi, aveva maturato il desiderio di curare una missione accompagnandola dal nascere fino ad una completa autonomia. Insomma seminare la Parola laddove nessuno era ancora arrivato e far crescere la pianticella fino a che non avesse dato i suoi frutti. Nella terra del Ciad, nel cuore dell’Africa centrale, dove la povertà e il processo di decolonizzazione rendevano la realtà oltremodo delicata e fragile, un vescovo desiderava una presenza religiosa a sostegno della sua piccola e giovanissima Diocesi. Fu così che il cappuccino francese, mons. Samuel-Louis-Marie-Antoine Gaumain, vescovo di Moundou, venuto a conoscenza del sogno di p. Pio da Pietrelcina e dei suoi confratelli, nel 1964 si rivolse ai superiori della Provincia offrendo la possibilità di realizzarlo nella sua Diocesi.
Nel mese di Ottobre dello stesso anno il P. Carmelo Di Donato da S. Giovanni in Galdo, delegato dell’Amministratore Apostolico, così comunicava la proposta ai frati “La missione sarà una grande benedizione di Dio per noi, un nuovo segno della nostra inesauribile vitalità”. Quel segno della Divina Provvidenza incontrò l’unanime accoglienza dei frati e il 25 aprile dell’anno seguente nella Chiesa dell’Immacolata, presso la Curia Provinciale, i primi quattro frati – fr. Terenzio Farina da Cerignola, fr. Claudio Ruggiero da Campobasso, fr. Attilio Ladogana da Cerignola e fr. Narciso Marro da Cervinara – ricevettero il mandato missionario e la consegna del Crocifisso.
Nell’agosto del 1965 fr. Terenzio e fr. Claudio giunsero via mare nel Ciad, attraverso il Camerun, e si stabilirono a Baibokoum, dove alcuni mesi dopo, via aereo, li raggiunsero fr. Attilio e fr. Narciso. Anche se gli inizi non furono per niente facili, l’anno seguente ai quattro frati furono affidate anche le missioni di Bam e Goré. L’arrivo di altri quattro missionari permise al gruppo di organizzare meglio il lavoro in maniera da poter rendere quella fertile terra più fruttuosa di nuovi cristiani, visitando così anche villaggi lontani e non facilmente raggiungibili. Lo sforzo non indifferente fu presto premiato. Il 10 gennaio 1969 arrivò una felice notizia: il Ministro Generale, P. Clementino da Vlissingen, affidò ufficialmente la missione alla Provincia di Sant’Angelo e nominò il primo superiore regolare nella persona fr. Claudio da Campobasso. L’azione evangelizzatrice, supportata dall’indispensabile aiuto di suore e catechisti, non trascurò mai la promozione umana, indispensabile per far giungere più facilmente il messaggio di Cristo. Di fronte ad un tale impegno e a risultati così favorevoli, mons. Gaumain scrivendo ai Superiori di Foggia non poté fare a meno di esprimere la propria soddisfazione per “l’eccellente lavoro svolto dai Cappuccini di codesta Provincia”. L’arrivo di nuovi frati rese più feconda la vita della Custodia e l’azione missionaria fu sempre più energica e fruttuosa: la prima vocazione, il fratello Jean Pierre Abdoulaye, professò il 31 maggio 1985. La meravigliosa avventura, iniziata in maniera del tutto provvidenziale nel 1965, portò ad uno straordinario traguardo circa trent’anni dopo, quando nel 1997 il Ministro Generale, fr. John Corriveau, unì le otto Custodie dei Cappuccini operanti in Ciad e nella Repubblica Centrafricana, istituendo la Vice Provincia (oggi Custodia Generale) del Ciad-Centrafrica intitolata a “Nostra Signora della Pace”. La missione evangelizzatrice della Provincia di Sant’Angelo, tutt’altro che esaurirsi in questa magnifica tappa, sfociò in un ulteriore lieto evento: il 14 febbraio del 1999, davanti ad una folla straordinaria radunata a Moundou, Mons. Mathias Ngarterì consacrò vescovo fr. Rosario Pio Ramolo, primo pastore della nuova diocesi di Goré. L’arrivo di nuovi frati, l’avvicendarsi di altri e il definitivo rientro in Provincia dei “pionieri”, non ha allentato i legami con la missione, visitata periodicamente anche dai giovani frati ancora in formazione. Il futuro della Custodia Generale di “Nostra Signora della Pace”, ora nelle mani delle vocazioni locali, sarà ancora centro dell’attenzione della Provincia “Madre” e dei fratelli maggiori, nel cui cuore il ricordo dei primi missionari è vivo e forte.