Una riflessione sul matrimonio in Africa

Carissimi amici, pace e bene! Con gioia ricominciamo questo percorso, dove, attraverso articoli e foto, cercheremo di conoscere meglio la nostra realtà missionaria. In questo breve articolo parleremo della nobile vocazione del matrimonio e le difficoltà che le coppie cattoliche riscontrano nel vivere integralmente la loro comune vocazione e, allo stesso tempo, dei tanti cattolici che vivono e si impegnano con tutte le forze per promuovere l’unità e il benessere della vocazione alla vita matrimoniale. Nel contesto del Ciad, le difficoltà sono dovute non solo dal fascino della modernità, ma anche e specialmente dal forte attaccamento alla cultura popolare. É molto sentito, infatti, questo legame che unisce detti popolari, sicuramente desunti dall’esperienza comune e che avranno aiutato i popoli nel corso della storia, e la gente. Una piaga che certamente la Chiesa Cattolica deve far fronte e che imprime deviazioni contrarie al progetto di Dio è la poligamia. Questa piaga non solo concede all’uomo il diritto di avere più donne, ma favoreggia altre forme di condizionamento come la sottomissione della donna, la negazione della parità tra l’uomo e la donna, la visione personalistica e contorta della vita di coppia e la mancanza del diritto di libertà sia dello stato di vita che del proprio partner. Come parrocchia, per favorire il cammino di santificazione all’interno della coppia, abbiamo allargato gli incontri vocazionali anche a tutti quei giovani che sentono forte il desiderio di vivere la vita coniugale, in modo da far comprendere ai nostri giovani la bellezza vocazionale inscritta nell'amore coniugale e da vivere come responsabilità singolare di fronte a Dio. L’appello alla perfezione cristiana, infatti, non deve assolutamente essere inteso in modo ristretto, ma è per tutti, e di conseguenza non tutti lo devono attuare allo stesso modo. L’esperienza della vocazione, carissimi, è esperienza della Grazia, è cioè quella realtà che cambia e trasforma la vita. Quando l’uomo risponde a questa azione dello Spirito, e quindi orienta la propria libertà al bene (ovvero a Dio), si produce la fede. Con la risposta allo Spirito Santo l’uomo vive l’evento della fede. Rispondere, quindi, alla chiamata di Dio, ci permette di riempire la nostra libertà del Sommo Bene, facendo, così, diventare Dio Amore il garante della nostra libertà. L’idea della modernizzazione molto diffusa, infatti, è quella di una libertà senza contenuto, senza il bene: “io sono libero di fare quello che voglio”. La più grande illusione! Perché soltanto quanto la tua libertà è orientata ad un contenuto, tu realizzi veramente il tuo essere libero. Questa esperienza non la viviamo solo nell’ambito della pastorale vocazionale, ma stiamo cercando di viverla anche come comunità di credenti, perché, nel momento in cui, come Chiesa, come comunità dei credenti facciamo esperienza dell’agire grazioso di Dio, della Grazia non possiamo tenere per noi queste esperienze. Da qui l’attività missionaria. Chi sperimenta l’agape di Dio non può fare a meno di comunicarla agli altri! Affidiamo questo progetto divino alla Mamma celeste, Madre di tutte le vocazioni e al nostro caro Padre Pio, affinché ci aiutino nel prezioso compito di annunciare e far vivere a tutti l’esperienza della Grazia di Dio! Con affetto, fr. Antonio Di Mauro.


Categoria news data: 16-10-2021

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